I Giardini di Ninfa - Sermoneta - Norma - Baassiano - Cisterna - Aprilia

CORI (300 m.), le cui origini affondano nel mito. La località era già fiorente nel V sec. a.C., a cui risale probabilmente la più antica delle tre cinte di mura poligonali, restaurate nel medioevo, e rinforzate con nuove torri e bastioni. Vi si aprono le porte Romana, Signina e Ninfina. Il simbolo monumentale della città è il Tempio di Ercole (I sec. a.C). Allo stesso periodo risale il Tempio di Castore e Polluce, di cui restano solo due colonne appoggiate a un edificio moderno. Di età romana sono, nella parte bassa del paese, il Pozzo Dorico e il Ponte della Catena. Tra gli edifici religiosi principali, le chiese: di S.Oliva, che ospita il Museo della città e del territorio; di S. Maria della Pietà e di S. Francesco; l’Oratorio dell’Annunziata, monumento nazionale, ricco di affreschi sulla vita di Gesù. In alto, alle spalle del paese, raggiungibile anche attraverso una lunga scalinata, sorge il Santuario della Madonna del Soccorso. Da Cori basso, in una decina di chilometri, attraversato il borgo di GIULIANELLO, si raggiunge ROCCAMASSIMA, il comune più alto della provincia (m. 746): tipica ancora l’organizzazione urbana a castrum, con stradine strette ed erte e palazzi addossati a formare una difesa attorno all’ex palazzo del Principe. Tra gli edifici interessanti, le chiese di San Michele Arcangelo (coeva del castello ma modificata alla fine del settecento), del Carmine e di S.Rocco, fuori le mura. Tornando da Cori basso verso Latina, dal bivio di Doganella si giunge in 2 km a NINFA (monumento naturale).

 

NINFA 

Situata ai piedi della collina su cui sorge Norma, in corrispondenza di una sorgente che alimenta il laghetto e il fiume omonimi, è nota soprattutto per la magnifica oasi verde, nata nel 1920, un luogo unico nel suo genere che ospita migliaia di piante provenienti da ogni parte del mondo: cespugli, alberi di alto fusto, roseti ed essenze, disposte secondo un disegno cromatico voluto dall’amore e dal buon gusto dei Caetani. 

 

Il Giardino di Ninfa custodisce le rovine di una città medievale, incendiata e saccheggiata più volte e poi abbandonata dai suoi abitanti tra la fine del XIV e il XVIII sec . Oggi, intorno alle rive di un laghetto, sono rimasti i ruderi di un borgo fantasma, con le sue mura, le torri, le chiese e le abitazioni.

 

Le rovine della città morta conservano un fascino particolare: la torre medievale e le mura del castello, l’ex municipio, i ruderi di sette chiese, tra cui quella di S. Maria Maggiore, numerose case.

Nel 1920 il principe Gelasio Caetani decise di bonificare questa proprietà, con l'intento di realizzare lo splendido giardino che ancora oggi si ammira. La sua opera fu proseguita da donna Lelia, ultima esponente della famiglia, che sistemò questo splendido parco romantico, ricco di specie esotiche e ornato da fantasiosi giochi d'acqua. Nel 1977, alla sua morte, Ninfafu donata alla fondazione Roffredo Caetani. 

 

Seppur nel territorio del Comune di Cisterna di Latina, Ninfa è strettamente legata alla storia della Famiglia Caetani e quindi alle località di Norma e Sermoneta.

Ai margini della via Pedemontana Volsca che collegava Roma con il sud del Lazio, proprio sotto la rupe di Norma, al lato di un limpido laghetto formato dalle acqui del fiume Ninfeo, nel VII secolo d.C. si insediò un modesto nucleo di abitanti che avevano abitato la diruta Norba.

Nel 741 l'imperatore Costantino Copronimo donò al papa Zaccaria, Ninfa e Norma.

Nel IX Secolo Ninfa fu in possesso dei Conti di Tuscolo e solo nel 1085 entrò a far parte dei possedimenti della Santa sede.

Nel 1159, proprio a Ninfa, Rolando Bandinelli venne incoronato PAPA con il nome di Alessandro III nella chiesa di Santa Maria Maggiore, di cui restano le rovine.

La cittadina fu in possesso dei Frangiapane, degli Annibali, Ma Ninfa raggiunse l'apice a partire dal 1297 con Pietro Caetani, nipote di Bonifacio VIII, il quale incentivò sia l'attività edilizia che commerciale: i Caetani infatti la potenziarono con la costruzione di ben sette Chiese, oltre 150 abitazioni, due mulini per cereali, mura di cinta, il palazzo con una robusta torre.

Le fortune di Ninfa durarono fino al febbraio del 1382; in quell'anno travolta da lotte fratricide fu totalmente distrutta e non fu mai ricostruita. La malaria fece il resto disperdendo i pochi contadini rimasti sul posto. Ormai esisteva solo nel ricordo, tanto che nell'Ottocento veniva definita come la "Pompei del Medioevo" (Gregorovius).

Nel 1921 ci fu la svolta grazie a Gelasio Caetani, il quale iniziò la bonifica della zona e il restauro dei ruderi (e in particolare della torre del Municipio), avviando inoltre un recupero botanico attraverso la piantumazione di specie diverse sotto la guida della madre Aba Wilbraham Caetani.

L'opera fu poi continuata dal fratello Roffredo, dalla moglie di quest'ultimo, Marguerite Chapin Caetani e dalla figlia Lelia Caetani Howard. Il giardino è quindi il risultato di amorose cure e geniali interventi botanici indubbiamente favoriti da una microclima: il sito di Ninfa è infatti protetto a Nord dalla sovrastante rupe di Norma, mentre il fiume che ha qui la sua origine funge da regolatore termico.

 

 

NORMA

Da Ninfa si sale in pochi chilometri a NORMA (410 m.), sul ciglio di uno sperone roccioso, a strapiombo sulla pianura. La struttura è medievale, con il nucleo situato all’interno della cerchia di mura, tra la porta maggiore e la porticina. Tra gli edifici religiosi, la chiesa dedicata della SS Annunziata che ospita la cappella del rifugio eretta a santuario, e le chiese dell’Immacolata e di S.Rocco. Da visitare il Museo archeologico civico e virtuale dell’antica Norba e il relativo sito archeologico (sul Colle della Civita) con le rovine della città distrutta dai Sillani nell’89 a.C., e il Museo del Cioccolato. In pianura, sul fianco del monte che guarda verso Ninfa, c’è la Chiesa rupestre di S.Michele Arcangelo (o S. Angelo al Mirteto) una grotta naturale trasformata in chiesa nel 1183.

Discendendo da Norma, in direzione di SERMONETA, si incontra l’ABBAZIA DI VALVISCIOLO (XII sec.), uno dei primi esempi di gotico-cistercense in Italia, costruita in pietra calcarea locale . Da visitare la Galleria Abate Stanislao White.

 

Da Valvisciolo, Ridiscesi in pianura, dopo circa 6 km, si giunge a SERMONETA (257 m.): posta su un colle, è uno degli esempi meglio conservati di borghi medievali del Lazio.

Il nucleo storico è circondato da una cinta muraria aperta su cinque porte o portelle, ed è sovrastata dall’imponente mole del Castello Caetani con il maschio, alto 42 metri, un ponte levatoio che immette sulla piazza d’armi, alloggiamenti militari, segrete, stalle, cammino di ronda.

Da visitare anche Interessanti in paese, il quattrocentesco palazzo che ospita il comune, alcune case-torri, il panoramico Belvedere, la Loggia dei Mercanti, la Cattedrale o Collegiata dell’Assunta (XIII sec.) che ospita il Museo Diocesano, la chiesetta di S. Giuseppe con affreschi di Girolamo Siciolante e l’antica Chiesa di S. Michele Arcangelo.

Da visitare: il Museo della Ceramica e il Museo C’era una Volta. Da Sermoneta si torna in pianura verso la ex stazione di Sermoneta Scalo e, dopo circa 10 km., si giunge a BASSIANO (562 m.), posto su una collinetta dei monti Lepini affacciata verso il monte Semprevisa (mt 1537). Il paese immerso nel verde dei boschi, conserva un aspetto medievale. Il nucleo medievale è racchiuso da una cinta di mura (XII sec.) interrotta da 9 torri, e comprende le Chiese di S. Erasmo, di S. Nicola (XI sec.) e di S. Maria (XVI sec.); il Palazzo Baronale (XVI sec.), oggi sede del Comune, presso il quale è ospitato il Museo dell’Opera Aldina dedicato ad Aldo Manuzio, grande stampatore e padre dell’editoria moderna, nato qui. Fuori paese, il Santuario di Selvascura (a circa 3 km. dal paese), col bel Crocifisso seicentesco e la grotta-romitorio affrescata nel Trecento; ed il Santuario della Trinità, edificato nel 1938 sul monte omonimo. Bella l’escursione al Monte Semprevisa.

Da Latina, in pochi chilometri si possono raggiungere CISTERNA e APRILIA.

CISTERNA, nasce, forse, dall’antica Tres Tabernae, in età romana ultima stazione prima del Decennovium pontino (scavi al km.58 dell’Appia). L’importanza del sito è attestata dalla citazione degli Atti degli Apostoli, che registrano il passaggio di San Paolo diretto a Roma. Tra le emergenze cittadine, sono da segnalare il cinquecentesco Palazzo Caetani, con il cortile ed il pozzo romano, le profonde e lunghe “grotte” che corrono sotto il palazzo, la Chiesa dell’Assunta, con una ricca collezione di ceramiche di Faenza, la ottocentesca Fontana Biondi nei giardini comunali iniziati nel ‘500 dai Caetani. Nel comune di Cisterna ricade gran parte del territorio occupato dall’Oasi di Ninfa.

APRILIA, ai confini tra le province di Latina e Roma, fu la quarta “città nuova” realizzata dal fascismo, inaugurata il 29 ottobre 1937, presenta diversi siti interessanti: sono sparsi nel territorio: Buon Riposo; Carano con la tomba di Menotti Garibaldi; Campo Morto (ribattezzato Campoverde nel 1958) che deve il nome ad una serie di tragici eventi accaduti sul luogo; la Torre del Padiglione, al km.51,500 della S.S.148 Pontina; Carroceto dove, il 22 aprile nel 1697, sostò Papa Innocenzo XII; gli Horti Sangiuilanei, tipico esempio di giardino mediterraneo sperimentale che ospitano piante rarissime, e sono area di studio del laboratorio di Giardinistica del Centro Internazionale di Cultura Florida; il Parco Zoo. Nel centro urbano, la Chiesa e la statua di S. Michele Arcangelo, e la Mostra Permanente sulla Storia della Città.

(fonti internet, in particolare: Bruno Maragoni  www.latinaturismo.it)