2 - Da Poggio Catino a Casperia

Itinerario 2:
CATINO - POGGIO CATINO
MONTE TANCIA - ROCCANTICA - CASPERIA
CATINO E POGGIO CATINO
La Storia di questo comune comincia dalla sua frazione Catino, poiché proprio a Catino fu fondato il primo insediamento, ad opera dei longobardi del Ducato di Spoleto, alla fine del VII sec.
Per l’impossibilità di ampliare il tessuto urbano di Catino, nel XI sec., fu costruita una Rocca cinta da mura bastionate sul vicino colle Moricone, all’interno della quale si trovavano alcune case e la chiesa. Nella prima metà del XII sec. il Castello di Catino e il suo Poggio si costituirono in un libero comune che però fu sempre soggetto al dominio di una famiglia baronale locale.
Nel corso dei secoli il feudo fu possesso dei Conti S. Eustachio, gli Orsini, i Savelli e gli Olgiati.
Da visitare la Chiesa di Santa Maria dei Nobili che, sorta sui resti di una villa romana intorno al X sec. e completamente ricostruita nel XVIII sec, conserva un affresco del XI sec. raffigurante l'icona di Santa Maria dei Nobili.
Meritano menzione: la chiesa di Sant’Agostino, del X sec., con cicli d’affreschi originari conservatisi nonostante i numerosi cambiamenti stilistici subìti, ed infine la chiesa di San Nicola di Bari, restaurata completamente nel 1621 dal Marchese Settimio Oliati, dove si può ammirare una pregevole tela del XVI sec.
MONTE TANCIA
Da Poggio Catino è possibile raggiungere il sovrastante Monte Tancia, che, insieme al Monte Pizzuto, è la cima più elevata della parte settentrionale dei Monti Sabini, sfiorando i 1300 metri.
L'Osteria del Tancia è una vecchia struttura medioevale sul monte, utilizzata in passato, come punto di ristoro e di sosta, dai viaggiatori che transitavano sulla Via del Tancia, la quale era un'importante via di collegamento tra il Montepiano Reatino e la Valle del Tevere, ed era quindi una via indispensabile per il commercio e lo scambio di prodotti, per lo spostamento del bestiame e per la transumanza. Nei pressi dell'osteria è stato di recente costruito un grande barbecue in pietra con quattro griglie, e tavoli e sedie in pietra, il Tancia è infatti molto amato dagli abitanti della zona per l’aria pulita e gli spazi verdi che ben si prestano a scampagnate e pic-nic. Poco più avanti dell'Osteria, sulla destra, c'è un piccolo sacrario che ricorda una delle stragi di inermi civili perpetrate dalle truppe naziste per ritorsione contro le azioni dei partigiani: 18 persone, soprattutto vecchi e bambini, vennero trucidati il 7 Aprile 1944.
Seguendo l’unica strada asfaltata che attraversa in monte, dopo un ripido tornante al delimitare del confine col comune di Monte S. Giovanni, sulla sinistra è possibile lasciare l’auto e addentrarsi nel bosco seguendo dei sentieri che portano fino alla cosiddetta Grotta di S. Michele, scavata nella roccia, che, con il suo altare avvolto nell’oscurità, è un luogo dal fascino singolare.
ROCCANTICA
Ridiscendendo a Poggio Catino e riprendendo la strada provinciale, ci dirigiamo alla volta del vicino paese di Roccantica.
Le prime notizie di Roccantica risalgono al 792, quando la chiesa di San Valentino, situata nel “Fundus Antiquum”, è donata all’Abbazia di Farfa.
Nel X sec. la popolazione del Fundus si ritira sulle pendici del Monte Pizzuto, viene realizzata la prima cinta muraria ed il borgo viene chiamato “Roccha de Antiquo”.
Nel corso dei secoli, alla prima cinta muraria se ne aggiungeranno altre due grazie all’ampliamento urbanistico della città. Nel 1415 il borgo è ceduto agli Orsini che ne resteranno signori fino al 1698, quando, per mancanza di eredi, tornerà alla Camera Apostolica.
L’abitato, dominato dalla grande torre quadrata della prima Rocca, si arrampica su uno sperone calcareo circondato da distese d’uliveti e da macchia mediterranea.
Camminando tra le strade tortuose si raggiunge la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta in Cielo (XVIII sec.), ricostruita su una precedente chiesa trecentesca, e la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, in cui sono conservati affreschi del XV sec.
Da non perdere la piccola chiesa di San Valentino, trasformata in monumento ai caduti nei restauri del 1932, e menzionata nel Regesto Farfense già nell’VIII sec.
Il Monte Pizzuto è la cima più alta di tutta la Sabina (1288 m); ed è un luogo splendido per gli amanti della montagna, è possibile infatti raggiungerne la cima con una bella passeggiata. Lassù ci sono i resti di un antico mulino ad acqua e, più in alto, i resti dell’Eremo benedettino di San Leonardo, risalente al VII-IX sec., con affreschi di Jacopo da Roccantica ed un piccolo pozzo di acque perenni ritenute miracolose.
Per completare la visita, vedere la dolina carsica detta Revotamo (250m di diametro) che una leggenda dà per luogo dove sorgeva l’abitato originario poi sprofondato per un terremoto; e per finire, fare una sosta dissetante alle acque sorgive di Fonte Regina, a 880 m. d’altitudine.
Un evento che fa rivivere in pieno i tempi passati è a Ferragosto la manifestazione Medioevo in Festa, una grande celebrazione con sbandieratori, balli in costume e sfilate animano il piccolo centro, insieme all’apertura delle taverne medievali con piatti a base di cinghiale.
Uscendo dal Paese e dirigendosi verso Casperia, dopo 1,5 km si arriva alla Chiesa di S. Maria in Legarano. Il Paesaggio che si gode dal piazzale di questa chiesa è impressionante: l’intera valle del Tevere è davanti ai nostri occhi. La chiesa, a croce latina e navata unica, conserva preziosi affreschi del Torresani e statue lignee policrome del ‘400. I resti di pavimentazione musive e parti di alcune statue, visibili in prossimità della chiesa, rivelano la preesistenza di un’antica villa romana.
CASPERIA
Questo piccolo centro, a 400 m sopra il livello del mare, ha mutato in tempi recenti il suo nome da Aspra a Casperia, in onore dell’antico centro sabino-romano che qui sorgeva.
Fondata intorno al X sec., la medievale Aspra fece parte dei domini di Farfa ed in seguito fu concessa ai Savelli e agli Orsini per poi tornare alla Santa Sede.
Al centro storico circondato da mura, si accede a piedi attraverso due sole porte. Le case a torre e le tortuose cordonate selciate che si avvolgono intorno al colle ricreano un’atmosfera che ci riporta un’epoca antica di duelli ed armature. Arrampicandosi sino alla sommità del collina si raggiunge la chiesa di San Giovanni Battista, la cui torre campanaria ha preservato quasi intatta nei secoli la sua immagine romanica con due ordini di doppie bifore. All’interno da ammirare una pregevole statua lignea di scuola abruzzese raffigurante S. Sebastiano, del XVI sec, e nell’abside una tavola autografa di Giacomo Siciliano (XVI sec.) raffigurante il Battesimo di Gesù.