7 Poggio Moiano - Roccasinibalda

POGGIO MOIANO - PARCO DEI MONTI LUCRETILI - MONTELEONE SABINO - POGGIO SAN LORENZO - TORRICELLA IN SABINA - ROCCASINIBALDA

 

POGGIO MOIANO

Il paese sorge a 500 mt s.l.m., alle pendici del monte Miano, abitato già prima dei romani, si pensa che sorse sui resti dell’antica Suena, in una posizione strategica vicino alla strada consolare Salaria e alla stazione di sosta di Osteria Nuova.

Parecchi i reperti archeologici importanti: i resti della villa del console Caio Bruzio Presente, dove vennero ritrovate 98 statue, ora al museo di Copenaghen, e i famosi Torracci, tombe vuote, erette forse per sedare le anime inquiete dei morti che non avevano avuto degna sepoltura.
Osteria Nuova si può ammirare la Grotta dei Masacci (II sec.a.C.), un  sepolcro monumentale  costituito da una camera in opera quadrata alla quale si accede da un lungo corridoio stretto tra mura ciclopiche. La tomba, poi inglobata in un casale adibito ad osteria nel ‘700, doveva appartenere ad un ricco esponente di una famiglia sabina: i Brutti Presentes.

(Per info e visite: tel. 0765 872608)

Notizie relative a Poggio Moiano si hanno dal 1034 d.C., quando un territorio denominato "Podio Moiano" venne donato dal Conte Teudino all’Abbazia di Farfa.
In seguito passò di mano tra le potenti  famiglie dell'epoca: nel 1334 è possedimento dei Mareri, poi dei Savelli, degli Orsini ed infine dei Borghese e dei Torlonia.
Nel paese si può visitare il palazzo baronale, oggi sede comunale, e nelle vicinanze la chiesa di San Giovanni Battista, di aspetto romanico. I lavori di conservazione hanno fatto riemergere parti di affreschi del ‘400 e ’500.
Da visitare: la chiesa rurale di S. Martino del X secolo, a 1 Km circa dal Paese; è realizzata in pietra locale con un bel rosone ed un campanile a vela; all’interno possiamo ammirare dipinti del ‘500, raffiguranti S. Martino e Sant’Antonio Abate.

 

PARCO DEI MONTI LUCRETILI

Nel Comune vi è anche uno dei centri visite del Parco dei Monti Lucretili, gestito dalla Pro loco, dove si possono avere materiali illustrativi sul parco e sul paese, e suggerimenti tecnici sui sentieri da percorrere.
Quest’area è tra le meno frequentate del parco e per questo più selvaggia e meglio conservata, ricoperta da un fittissimo bosco di carpini, roverella e ornello. 

Tra le manifestazioni da ricordare quella dell’Olio novello (6 gennaio), e il Concorso Nazionale delle Infiorate d’italia, che si tiene ogni anno l’ultimo sabato di giugno.

In 200 metri di strada si sfidano, a colpi di opere d'arte realizzate con i petali, terra e altri materiali, tanti artisti infioratori provenienti da oltre 20 comuni d’Italia.

Continuiamo il nostro cammino ritornando indietro sulla ss 314, sino al bivio con sp 43; dopo 1,200 km giriamo sulla destra per immetterci sp 35, verso Monteleone Sabino.

 

MONTELEONE SABINO 

A Mnteleone si può visitare un antichissimo insediamento sabino-romano un tempo molto fiorente: Trebula Mutuesca dove principalmente si commerciava e si colivvano gli ulivi. 

 

In tutta l‘area sono presenti resti dell’antico abitato che si sviluppava su tre colli: il colle Foro, il colle Castellano ed il colle Diana. 
Nell’ area archeologica  ad ovest della valletta di Pantano si possono visitare i resti dell’anfiteatro, di un edificio termale e di un mausoleo a torre.
I reperti archeologici ritrovati durante gli scavi sono custoditi nel museo archeologico di Monteleone, creato nel 1995. 
Statue, bassorilievi, vasellame ed oggetti di utilizzo quotidiano sono una preziosa testimonianza della storia di questo luogo dall’età pre-romana al medioevo.

(Per info e visite all’aerea archeologica e al museo: tel.  0765 884014).

Il feudo di Monteleone sorse nel X sec. sui resti dell'insediamento precedente, la struttura attuale del paese, a spina di pesce, rivela la sua origine databile intorno al XIII sec.

Come gli altri paesi del luogo fu possedimento delle varie famiglie potenti del tempo: prima i Brancaleoni poi fu venduto ai Cesarini; poi agli Orsini che lo tennero sino al 1604, qundopassò alla Santa Sede insieme ad altri paesi per mancanza di eredi. 

Nel paese, oltre ai resti del castello con la torre medievale, da vedere la chiesa di Santa Vittoria (XI sec.) che si trova poco fuori del centro abitato, in un sorta di parco archeologico naturale coltivato ad ulivi. La chiesa romanica in pietra a tre navate, da ammirare un bellissimo campanile del X sec. con due ordini di bifore, e accoglie una delle campane più antiche d’Italia, realizzata nel 1223. 
All'interno, nella navata centrale da notare il pozzo romano, e nelle pareti  resti di affreschi del XII e XV sec.  Sotto l’edificio sono visitabili le catacombe.

Lasciamo il paese per riprendere la sp 43c e raggiungiamo Poggio San Lorenzo. 

 

POGGIO SAN LORENZO 


Fu fondato in epoca romana come castrum difensivo della via Salaria, si chiamava "Vicus Nerva", dedicato all’imperatore Nerva. Sono ancora visibili i resti della fortificazione del castrum in opus reticolatum, e, poco fuori dal paese, in località valle Gemma, sono visibili i resti di un complesso centro termale.

Opera della natura, non dell'uomo, da ammirare un leccio spettacolare, a quanto si dice,  il più grande d’Europa. 
Dopo la caduta dell’Impero Romano, nel 700 il nobile Pece fece costruire un castello per proteggere il feudo e i suoi abitanti dalle scorribande dei saraceni; il paese si chiamava allora Castel di Pece ed assunse il nome attuale solo più tardi, in onore di San Lorenzo, il cui martirio era stato raccontato agli abitanti del paese da Sant’Emilio. 

Ancora oggi è possibile vedere la conformazione dell’antico castello che si presentava composto di due parti distinte, la porzione fortificata di forma circolare che si fonda sui resti romani e l’area abitata disposta ai lati della strada principale.
Nella piazza del paese da vedere  la chiesa di San Lorenzo, il cui impianto originario era di epoca romanica, poi rimaneggiato a seguito dei lavori di ristrutturazione del XVIII sec.m, che tra l'altro, hanno riportato alla luce una tomba romana con inciso il nome "Caius Rufus".

Da ammirare due pregevoli tele della fine del cinquecento: il Martirio di S. Lorenzo e la Vergine col Bambino e S. Giuseppe.

 

TORRICELLA IN SABINA


Prossima  tappa di questo itinerario è Torricella, saliamo a 600 mt s.l.m.

Lungo la strada da Poggio San Lorenzo,  incontriamo il convento di S. Maria delle Grazie recentemente restaurato. Tipico il romitorio e pregevoli gli affreschi di epoca medievale.
Al paese si accede da un grande portale con arco a tutto sesto aperto in un torrione circolare, che fa parte dell’impianto murario del XII sec.

Il centro storico è ben conservato e suggestivo con le tortuose vie ed i grandi portali in pietra. Da vedere la chiesa dedicata a San Giovanni Battista, che conserva al suo interno una croce d’argento del ‘300 di scuola orafa abruzzese. 
La grande Torre che si erge nel paese è ciò che resta del castello costruito dai Brancaleone, proprietari del feudo nel XIV secolo. A questa torre è legata la leggenda della bella Celia, secondo la quale una giovane donna venne qui rinchiusa e fatta morire di fame perché si era rifiutata di sposare un signorotto locale. 
Addossato alla torre, si erge il palazzo patrizio costruito dai Cesarini. 
Nel vicino centro di Ornaro che, insieme a Oliveto, è una delle due frazioni di Torricella, da vedere il castello dei Brancaleone del XIII sec., e la chiesa rupestre dedicata al patrono Sant'Antonino Martire, con affreschi del '400 di scuola romana.
A Oliveto da vedere: il Palazzo Parisi e la cinquecentesca Chiesa del Santissimo Salvatore; oltre alla Chiesa rupestre di Santa Prassede immersa nel verde.

 

ROCCA SINIBALDA

Ultima tappa del nostro itinerario è Roccasinibalda, graziosissimo borgo a 552 s.l.m. da cui svetta il castello merlato, dalla caratteristica forma ad aquila, da sempre nelle mire dei potenti signorotti dell'epoca.

Anche se di soli 830 abitanti, Roccasinibalda è uno dei maggiori centri della valle del Turano, anche tappa di un initinerario eno-gastronomico denominato "del Tartufo e della Castagna". 

il suo nome deriva dal conte Senebaldo che ne fu feudatario dal 1062, della sua storiasappiamo poi che per volere di Clemente VII Medici, il Castello, risalente al X secolo, passò nel 1527 al cardinale Alessandro Cesarini, il quale lo trasformò da “semplice” fortificazione militare, in un’imponente costruzione, che è quella attuale, per opera dell’architettoBaldassarre Peruzzi.

Il Castello seguì le sorti delle varie epoche, e sappiamo che nel 1903, quando Vittorio Emanuele III, da poco Re d’Italia, visitò la struttura, che all’epoca ospitava il municipio, la pretura e la caserma dei Reali Carabinieri.

Nel 1928 il castello viene dichiarato “monumento nazionale” dalla Sovrintendenza ai beni culturali.

Oltre al castello e alla grande torre d’avvistamento nei pressi dell’abitato, la Chiesa della Madonna della Neve, a un chilometro dal paese, in località Convento, il cui altare maggiore è incorniciato da preziosi stucchi barocchi e la Chiesa di Sant’Erasmo, in località Vallecupola, con varie tele di epoca rinascimentale.

Per gli amanti del trekking, Rocca Sinibalda è base di varie escursioni: si può  salire ai 950 metri del monte Pelato, con partenza dalla località Trampani, o ancora più su, fino ai 1.800 metri del monte Navegna.

Nella frazione di Magnalardo, troviamo invece le freschi sorgenti dell'acqua di fonte Cottorella.